Eroe nazionale in Giamaica e mito assoluto della musica, è stato il re incontrastato del reggae, che trasformò in linguaggio universale per veicolare in tutto il mondo le grandi sfide contro la povertà, l'emarginazione e il razzismo nel continente nero.

Robert Nesta "Bob" Marley nato a Nine Mile, in Giamaica, il 6 febbraio del 1945 da padre britannico, Norval Sinclair Marley e madre giamaicana, Cedella Booker.

Cresciuto in un villaggio povero è riuscito a coltivare la sua passione per la musica, in particolare per il reggae, un intreccio di vari generi, quali lo ska, il soul e il rocksteady.

Nel 1957 Bob e sua madre si trasferirono a Kingston in cerca di una vita migliore e a 15 anni il giovane Bob lasciò la scuola e iniziò a lavorare come saldatore. Verso i 17 anni scoprì di voler diventare un rasta.

Il merito di Marley è stato quello di rinnovare il Raggae sia sotto l'aspetto ritmico, sia sul piano culturale, facendone un fenomeno di costume, attraverso la moda dei capelli "dreadlocks", e di cultura, richiamando il culto religioso rasta.

Il successo arrivò con i The Wailers, fondato nel 1963 insieme con Bunny Livingston, Peter Tosh, Junior Braithwaite, Beverley Kelso e Cherry Smith, e successivamente come solista.

Con brani indimenticabili come "No Woman, No Cry", "Buffalo Soldier", "Jammin'", "Get Up, Stand Up" vendette milioni di dischi in tutto il mondo, portando avanti nel frattempo la sua battaglia per i neri d'Africa, che gli valse nel 1978 la medaglia della pace dalle Nazioni Unite.

Nel 1976 si trasferì in Inghilterra dove registrò due album (Exodus e Kaya). Exodus rimase nelle classifiche inglesi per ben 56 settimane consecutive.

Nel luglio 1977, Marley notò una ferita nell'alluce destro, e pensò di essersela procurata in un incidente durante una partita di calcio. Successivamente durante un'altra partita di calcio l'unghia dell'alluce si staccò. Solo a quel punto fu fatta la diagnosi corretta: melanoma maligno che cresceva sotto l'unghia dell'alluce. Da alcuni medici gli fu consigliato di amputare l'alluce, da altri solo il letto dell'unghia; Bob scelse la seconda opzione ma il melanoma non fu curato del tutto e progredì fino al cervello.

Dopo aver concluso una trionfale tournée estiva in Europa, dove svolse il suo più grande concerto a Milano davanti a 100.000 persone, il 27 giugno 1980.

Marley tornò negli USA e portò a termine le prime date del programma. Dopo 2 concerti al Madison Square Garden di New York però Marley ebbe un collasso facendo jogging al Central Park. Il 23 settembre 1980 Bob tenne il suo ultimo concerto, allo Stanley Theater a Pittsburgh. Tutti questi concerti fecero parte del suo ultimo tour prima della morte, l'"Uprising Tour".

Il cancro si era diffuso in tutto il corpo e la mattina dell'11 maggio 1981 a Miami, Bob morì.