Dal 1320 per quasi sette secoli, un palazzo signorile si affaccia sul fiume Po e ne raccoglie l'umidità benefica per far stagionare il re dei salumi, il Culatello.
E' l'Antica Corte. Un tempo dei marchesi Pallavicino, oggi dei fratelli Spigaroli.
Visto dall'argine maestro, il Palazzo delle Due Torri (la storia lo chiama così) quel giorno dell'ottobre 2000 sembrava una nave alla deriva destinata ad affondare. La grande piena lo avviluppava, in parte lo sommergeva.
Poi l'acqua se n'è andata, è ritornata a scorrere tranquilla nel letto del fiume. L'estate successiva, come sempre, il bestiame pascolava nella golena, il pavone faceva la ruota, il gallo chiamava a raccolta il proprio harem, il maiale grufolava nel granturco.
Dal Palazzo, l'Antica Corte Pallavicina, incominciava a trasparire un'attività nuova che vagamente si sovrapponeva alla quotidianità contandina. Nelle vecchie cantine, già da tempo centinaia di culatelli erano messi a stagionatura. Al pian terreno dal salnitro, miracolosamente, sui muri e i soffitti riaffioravano decorazioni. Il muratore batteva lento il taglio del badile nella calcina. Il falegname misurava porte e finestre fischiettando passate arie da balera. Il restauro era nell'aria, si muoveva leggero come un folletto.
Oggi è una realtà. Il tempo è passato in fretta. Massimo e Luciano stanno per corornare un altro loro sogno. L'Antica Corte Pallavicina apre ufficialmente i battenti. Sarà il tempio padano dello "slow trip", come scherzosamente diceva Gérard Depardieu in una sua recente visita.
Si gusteranno cibi prelibati e ci si potrà anche dormire, in una delle sei bellissime camere al primo piano, con vista Po e golena.
Speriamo che ci sia il sole, ma è certo che tornerà sempre la nebbia.