VISITA GUIDATA VIRTUALE >> INFO

Ritratti femminili da Mosè Bianchi a Joan Jonas. 45 le opere esposte, 45 storie di donne e di artiste raccontate attraverso i linguaggi dell'arte: pittura, fotografia, video-installazione.

Contesse, poetesse, dive, madri, ma anche le artiste stesse trasformate per l’occasione in militari (uomini) e astronaute, sono quasi un fermo-immagine di un racconto sfaccettato e polimorfo, quelle dell'identità artistica del femminile nel presente e nel passato prossimo, sguardi d'artista (ma soprattutto di artiste) che creano rappresentazioni di donne ma anche modelli di stile o di comportamento in veloce metamorfosi.

La mostra prende le mosse da tre opere appartenenti alle collezioni museali del MUST: il monumentale ritratto della contessa Elisabetta Sottocasa, dipinto da Mosè Bianchi nel 1874 e probabilmente il suo capolavoro, e due ritratti fotografici della stessa contessa, e procede, in un excursus cronologico che arriva fino ai nostri giorni, attraverso le diverse forme espressive di 42 opere d'arte tra fotografie, dipinti, videoinstallazioni.

Da Florence Henri a Maria Mulas, da Cindy Sherman a Joan Jonas, questa mostra prende in considerazione alcune esperienze più o meno mainstream di interpretazione dell'immagine femminile e delle sue storie, fra sperimentazione e trasformazione, cui concorre anche l'immagine di moda, realizzata spesso dagli stessi artisti.

Tutte le opere in mostra, a parte quelle appartenenti alle collezioni del MUST, provengono dalla collezione dell’imprenditore e mecenate Carmela Sanguedolce, che le ha concesse per la prima volta in prestito a un museo pubblico.