La mostra evidenzia un importante percorso attorno all'evoluzione del ritratto nell'epoca tra Quattrocento e Cinquecento.
Antonello da Messina, Da semplice ritrattistica, quale era fino a quel momento, a espressione introspettiva dell'animo umano. Di questo concetto è importante esempio precursore proprio il Ritratto d'uomo di Cefalù dove il pittore sembra addentrarsi in quelli che potremmo definire moti dell'anima. Infatti l'espressione indecifrabile, enigmatica e beffarda interroga su chi è costui, al pari di un altro celebre ritratto: la Gioconda di Leonardo.

Il fuoco rappresentato dai due ritratti di Antonello, si inserisce in un percorso che comprende una selezione importante di opere della pittura in Lombardia e nelle Fiandre, appartenenti alla Pinacoteca dei Musei Civici di Pavia, collocando la figura del Messinese in un preciso quadro di riferimento storico veneto fiammingo che attesta per l'appunto l'evoluzione del genere del ritratto compiuta per sua mano e giunta fino ai pittori del Rinascimento lombardo e oltre.